Con affetto, e ironia, ho realizzato questo ritratto di gruppo dei maestri restauratori bergamaschi utilizzando il tassello di pulitura come ottica, in realtà, per me, che ho iniziato a lavorare come fotografo professionista proprio documentando il lavoro di restauro nelle sue varie fasi, questa, più che un’immagine, è un omaggio al sapere, alla tecnica della pulitura:
Il tassello di pulitura è un concetto visivo con un’utilità che va oltre l’ambito specifico del restauro, e concerne il senso di ogni immagine: com’era, com’è, come potrebbe essere, come sarà.
Fotografare un lavoro di restauro è un lavoro molto tecnico, grazie al quale impari a illuminare perfettamente l’oggetto, soprattutto impari a illuminare oggetti bidimensionali, è quasi un tirocinio anti-creativo, rigorosamente e assolutamente tecnico, puramente tecnico: ma di fatto, e magari te ne rendi conto anni dopo, ti insegna molte cose.
Per prima cosa, fotografando quadri, impari a fare immagini di immagini, cosa che poi è fondamentale ogni giorno, dal momento che viviamo nella società dell’immagine, in città, ambienti, interni, strade tappezzate di immagini.
Ma soprattutto, il tassello di pulitura per il fotografo diventa una sorta di app mentale che prefigura le opzioni espositive di un’inquadratura.
E infine, volente o nolente, guardando questi quadri, questa arte sacra 400-700, queste figure umane, e cosa fanno, e gli oggetti, e come sono disposti, impari le regole di composizione dell’inquadratura,
e da una sacra famiglia derivi un ritratto d’impresa, da una natura morta una vetrina moda, da una natività uno still life…e da un’ultima cena un ritratto di gruppo di artigiani come apostoli, discepoli del proprio credo professionale.