PARIGI
Volevo evitare di ripiegare sui siti più visitati di Parigi e questa scelta complicava indubbiamente il mio lavoro.
Uno dei tre progetti che avevo elaborato prevedeva degli scatti all’interno di metrò, stazioni ferroviarie, autobus. Il titolo del calendario riguardava il viaggio e di conseguenza il concetto di città era direttamente collegato ai mezzi di trasporto e agli scorci imperdibili intravisti durante gli spostamenti.
Durante le riprese mi concentravo sui tempi lunghi d’esposizione per ottenere effetti di movimento, con l’intento di fondere l’istante esatto del passaggio e dei mezzi all’attimo immediatamente precedente. Non vedendo l’immagine in anteprima, l’operazione era molto aleatoria.
Le complessità aumentavano in quanto occorre ricordare che al tempo, in seguito agli attentati alle Torri Gemelle nel 2001 e a vari punti della linea ferroviaria di Madrid nel 2004, le stazioni erano tenute sotto stretta sorveglianza ed era severamente vietato fotografare.
Ho fatto ricorso ad alcuni stratagemmi che si erano rivelati di grande utilità durante la mia esperienza di reporter/amatore in giro per l‘Europa a vent’anni. Avevo con me un cavalletto minuscolo, molto poco professionale, che mettevo fra le gambe quando mi sedevo sulle panchine delle fermate. Mi guardavo in giro sovrappensiero, come se mi stessi riposando e avessi appoggiato macchina da presa e cavalletto a terra per caso, quando invece in tasca tenevo pronta la mano sullo scatto flessibile e supervisionavo la scena lateralmente…
Quando sono sceso alla fermata di Rivoli nei pressi del Louvre ho capito di essere arrivato davanti alla scena che poteva sintetizzare al meglio le due anime di Parigi, storica città d’arte e capitale dinamica.
Come sono arrivato a Parigi: guarda a questo link
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