Photo Souvenir

La tendenza a documentare fotograficamente nella loro integralità viaggi e visite turistiche ha assunto dimensioni tali da trasformare il vissuto esperienziale collettivo.
IL tempo dello scatto sostituisce il tempo della vita.
L’atto rituale della ripresa fotografica assurge a esperienza totalizzante.
Una nuova realtà diventata oggetto della mia ricerca.

I luoghi deputati al turismo sono sovente oggetto di riprese fotografiche a tratti convulse e ripetitive, dove un largo pubblico, consuma la ritualità dello scatto stereotipato con l’inclusione del proprio ritratto, alla ricerca di un appagante senso di appartenenza. Per Gianni questa ritualità diviene motivo di ricerca e riflessione, lungi dall’essere giudizio del gesto collettivo comunque degno di rispetto. La capillare diffusione ed utilizzo di strumenti tecnologici a buon mercato, in grado di registrare immagini in ogni situazione e luogo, ha ormai da tempo consentito a chiunque, al di là delle proprie ambizioni creative, di produrre un personale archivio della memoria o anche solo di un ricordo-souvenir di breve durata. La riflessione ha come oggetto il gioco degli sguardi e delle molteplici triangolazioni dei punti di ripresa, sino a generare complesse geometrie lineari.

Il punto d’avvio del progetto è stata la vista a S Apollinare in Classe a Ravenna dove Gianni è stato attratto dagli atteggiamenti e posture dei numerosi visitatori fotografanti gli splendidi mosaici dell’abside. L’osservazione mediata dai vari strumenti tecnologici era ben evidenziata dai lampi dei flash. L’artificiosità delle luci elettroniche, nell’ambito simbolico dei gesti, provoca la restituzione di immagini differenti e parallele a quelle reali, distogliendo lo sguardo da una visione naturale.

La fotografia indaga sul gesto del fotografare e sul valore attribuito ai soggetti inquadrati in un gioco metalinguistico ove le persone possono apparire sia come agenti che come semplici comparse in una scena fluida ed in divenire. La sfocatura, derivante dal mosso o dalla ridotta profondità di campo, allude al tempo della narrazione di storie di sguardi incrociati, atteggiamenti posati o più spontanei, situazioni in movimento.

Ancor più suggestiva risulta questa indagine quando nelle inquadrature i soggetti dell’osservazione vengono a loro volta osservati dagli occhi di personaggi raffigurati in opere d’arte esposte in Gallerie o Pinacoteche, producendo un gioco di specchi senza fine.

In queste ricerche personali la perfezione tecnica richiesta dagli standard aziendali può lasciare spazio alla libertà creativa di composizioni inusuali e d’impatto emozionale.

 

Mario Albergati


Glued to the window

Viaggio per lavoro e per diletto.
Riprendo attraverso una camera incollata al finestrino il percorso da A a B con un punto di vista inconsueto per il viaggiatore.
Registro anche i rumori, le voci e la musica all’interno dell’abitacolo.
Incollato al finestrino è un progetto in progress…speriamo di riprendere presto a viaggiare

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